Amato

Il fiume Amato è uno dei principali corsi d’acqua della Calabria, situato nella provincia di Catanzaro. Nasce dalle sorgenti del monte Cocuzzo, nel Parco naturale della Serre, a circa 1.300 metri di altitudine, e si snoda attraverso numerose località fino a sfociare nel Mar Ionio, nel golfo di Squillace.

La lunghezza totale del corso d’acqua è di circa 50 chilometri, con un bacino idrografico di circa 400 chilometri quadrati. Questa importante risorsa idrica rappresenta un patrimonio naturale di inestimabile valore per la regione, che offre numerose opportunità per lo sviluppo turistico, culturale ed economico.

Il fiume è alimentato da numerosi affluenti, tra cui il torrente Musinè, il fiume Simeri, il torrente Vallone e il fiume Tuccio. Ognuno di questi corsi d’acqua ha una propria identità geologica e biologica, arricchendo il patrimonio naturalistico della zona.

Il bacino idrografico del fiume è caratterizzato da una grande varietà di ambienti naturali, tra cui boschi e foreste, praterie e pascoli, zone umide e torrenti. Questi ambienti offrono un habitat ideale per numerose specie animali e vegetali, alcune delle quali sono protette da leggi nazionali e internazionali.

Ma il fiume non rappresenta solo una risorsa naturalistica di grande valore: esso è infatti legato alla storia e alla cultura della regione. Lungo le sue rive si trovano numerosi siti archeologici, testimonianza della presenza umana fin dalla preistoria. Tra questi, il sito archeologico di Torre Galli rappresenta uno dei più importanti, con i resti di una città fortificata risalente al VI secolo a.C.

Ma l’Amato è anche un luogo di vita e di svago per i residenti della zona e per i turisti che lo visitano. Lungo le sue rive si trovano numerosi percorsi naturalistici e ciclabili, che permettono di scoprire la bellezza del paesaggio e della flora e fauna della zona. Inoltre, il fiume rappresenta un luogo ideale per la pesca sportiva, per il canottaggio e per la rafting.

In conclusione, il fiume rappresenta una risorsa di grande importanza per la regione Calabria, sia dal punto di vista naturalistico che culturale. Il suo paesaggio incantevole, la sua fauna e flora uniche, la sua storia millenaria e le numerose attività che offre, lo rendono un luogo di grande fascino e attrattiva per i visitatori. È quindi importante preservare e valorizzare questa risorsa, per garantire la sua tutela e per favorire lo sviluppo socio-economico della zona.

Le principali località lungo il Amato : cosa vedere

Il fiume Amato attraversa numerose località della provincia di Catanzaro, offrendo a chi lo visita numerose opportunità per scoprire la bellezza di questa zona della Calabria.

Una delle località più importanti attraversate dal fiume è Squillace, che si affaccia sul Mar Ionio. Qui, oltre ad ammirare il bellissimo panorama sul mare, si possono visitare le rovine dell’antica città greca, fondata nel VII secolo a.C. e poi conquistata dai Romani nel III secolo a.C. Tra i principali monumenti di Squillace si segnalano la cattedrale normanna e il castello aragonese.

Proseguendo lungo il corso del fiume, si giunge a Palermiti, un borgo medievale con una splendida vista sulla valle del fiume. Qui si può visitare il Castello Normanno, costruito intorno all’anno 1000, e la chiesa di San Nicola, risalente al XV secolo.

Continuando ancora lungo il corso del fiume, si arriva a Borgia, dove si possono ammirare i resti del Castello Aragonese, costruito nel XV secolo, e la chiesa di San Rocco, che ospita importanti opere d’arte.

Infine, sulle rive dell’Amato si trova anche il comune di Girifalco, che ospita il Castello Normanno-Svevo, costruito nel XII secolo, e la chiesa di San Giovanni Battista, risalente al XV secolo.

In tutte queste località, inoltre, è possibile fare escursioni naturalistiche lungo le rive del fiume e dei suoi affluenti, scoprendo la flora e fauna della zona e ammirando gli incantevoli paesaggi del territorio. Inoltre, il fiume è un luogo perfetto per praticare sport acquatici come il canottaggio, la pesca sportiva e il rafting.

Accadde qui

Il fiume Amato, situato nella provincia di Catanzaro, ha una storia millenaria e molte leggende raccontate dalle persone che lo hanno abitato.

Una delle leggende più famose riguarda il re Normanno Ruggero II, che nel XII secolo avrebbe fatto costruire un ponte sul fiume per collegare la città di Catanzaro con il mare. Secondo la leggenda, il re avrebbe ordinato ai suoi architetti di costruire il ponte in una sola notte, ed essi avrebbero chiesto l’aiuto dei demoni per riuscire nell’impresa. Alla fine, il ponte fu costruito in tempo record, ma il prezzo pagato era troppo alto, poiché i demoni avevano chiesto in cambio l’anima del primo che lo attraversasse. Il re, per evitare la maledizione, decise di far attraversare il ponte ad un cane. Da allora, il ponte fu chiamato “Ponte del Diavolo” e la leggenda si tramandò di generazione in generazione.

Ma il fiume non è solo leggende: lungo le sue rive si sono svolte anche importanti vicende storiche. Nel 1807, durante il Regno di Napoli, il corso d’acqua fu teatro di una battaglia tra le truppe napoleoniche e quelle del Regno di Napoli. La battaglia ebbe luogo il 2 maggio, quando le truppe napoleoniche, guidate dal generale Reynier, attraversarono il fiume per attaccare i soldati del Regno di Napoli, comandati dal generale Michele Carrascosa. Dopo un lungo scontro, le truppe napoleoniche riuscirono a prevalere, ma con gravi perdite da entrambe le parti.

Oltre alle leggende e alle vicende storiche, l’Amato è anche stato oggetto di studi scientifici e naturalistici. Nel 2009, ad esempio, un gruppo di ricercatori italiani ha scoperto lungo le sue rive una nuova specie di rana, chiamata “Rana italica”. La scoperta ha suscitato grande interesse tra gli esperti del settore e ha fatto del fiume un luogo ancora più speciale e ricco di fascino.